domenica 30 gennaio 2011

Servilismo

Molti credono che - destituito Berlusconi - i problemi che la politica ha nel nostro paese (e che la politica crea al paese) saranno superati.
Occorre essere molto ottimisti per pensare che nessuno prenderà il suo posto, e per credere che chi prenderà il suo posto riuscirà ad apportare qualche miglioramento.
Purtroppo bisogna prendere atto che in questo paese non esiste una politica antagonista alla sua: i vari personaggi che apparentemente si propongono come alternativi a lui (Fini, Bersani ecc.) sono in realtà pefettamente a lui speculari.
Se andranno al potere al suo posto si comporteranno esattamente come lui, e forse anche peggio: vi ricordate i DecretiRaglio di Bersani e la volontà punitiva che essi manifestavano nei confronti di qualsiasi categoria autonoma di lavoratori?
Il vero problema è che quello italiano è un popolo servile, e come tale sarà capace solo di scegliersi un altro padrone.

martedì 25 gennaio 2011

Non capisco

Sarò pure febbricitante, e quindi la mia già modesta capacità di capire le cose è ulteriormente diminuita, ma non riesco a capire perchè organizzare "festini" in cui la maggior parte delle invitate siano prostitute, se poi non avviene niente di "sconcio".
Ed ancora non riesco a capire perchè le suddette prostitute non si facciano retribuire la partecipazione a tali convegni.
Cioè, anche io a casa mia ho organizzato delle feste per amici, e non posso escludere che qualcuna delle partecipanti esercitasse a mia insaputa la prostituzione (beninteso, io non faccio discriminazioni: se avessi un'amica prostituta la inviterei lo stesso), ma in tal caso sarebbe stata l'unica prostituta, ed ovviamente non avrebbe esercitato la professione quella sera, omettendo "sconcezze" e corrispettivi "incassi".
Ah dimenticavo: non riesco a capire nemmeno cosa siano i "rimborsi" alle invitate, nel senso che normalmente se invito qualcuno a cena a casa mia ovviamente offro la cena e quant'altro, ma certamente non lo pago...

lunedì 10 gennaio 2011

Che Stato è?

Capita ogni tanto che mi interroghi su che Stato è questo, forte con i deboli e debole con i forti: i forti, o perchè pieni di soldi, o perchè appoggiati dalla criminalità organizzata, o per entrambi i motivi, si insinuano all'interno dello Stato e lo utilizzano per i propri scopi.
I magistrati dovrebbero essere gli unici baluardi per riequilibrare le cose, ma evidentemente non riescono ad esserlo se non raramente: hanno garanzie di indipendenza e inamovibilità spaventose, senza uguali in nessun altro paese, eppure - per lo più - anch'essi sono asserviti ai poteri forti. Chi ha tentato di far valere i diritti dei cittadini contro la Pubblica Amministrazione (anche sotto forma di Pubblico Ministero) o enti parastatali (ex statali privatizzati) è ben consapevole del servilismo che la maggioranza dei magistrati manifesta in tali processi (beninteso: ad eccezione della magistratura di pace, meno garantita, ma paradossalmente più indipendente).
Mi attraversano alcune riflessioni sull'origine degli Stati e sulla loro funzione: dalla legge del più forte e dalla totale incuria per gli interessi comuni, gruppi di persone tentano di darsi un'organizzazione che serva, da un lato, a realizzare opere e servizi comuni, dall'altro a superare la legge del più forte stabilendo leggi uguali per tutti.
Questi obiettivi sono normalmente perseguiti dalla pubblica amministrazione degli Stati, dove generalmente "pubblica" significa "di tutti", o "comune", e viene quindi percepita come "propria" da tutti. Negli Stati normalmente un documento pubblico è tale perchè il suo contenuto è leggibile e fotocopiabile da chiunque; un pubblico amministratore/funzionario/dipendente/ufficiale normalmente cerca di fare cose utili ai cittadini, quali risolvere i problemi che essi gli presentano.
In Italia invece l'aggettivo "pubblico" qualifica un bene come "di proprietà dello Stato" o "del Comune", e qualifica un documento come "dotato di maggiore attendibilità"; analogamente il pubblico amministratore/funzionario/dipendente/ufficiale - ben lungi dal sentirsi un dipendente dei cittadini e dal cercare di essere a loro utile - si atteggia quale loro superiore e cerca di essere il più possibile utile a se stesso.
E' uno stato da cui andarsene il prima possibile: dopo avere fatto di tutto per farlo capire agli stranieri, che devono andarsene, sono riusciti a farlo capire anche a noi. Bravi, ce l'avete fatta! rimarranno solo i più scemi (io per primo) e i più delinquenti.