giovedì 25 aprile 2013

Un altro massone al governo

Con una certa trascuratezza i mass-media, dipingendo il profilo del nuovo Presidente del Consiglio Enrico Letta, ci hanno informato della sua partecipazione ai Bilderberg, qualificato come una sorta di Club che riunisce personaggi politici internazionali di notevole importanza.
Certo, detto così sembra una sorta di tennis club o di golf club molto elitario, ma in realtà approfondendo l'argomento si scopre che è ben altro, e che a tale setta appartiene anche il precedente Presidente del Consiglio Mario Monti.
Così apprendiamo che siamo passati dal governo di un piduista (massone anch'egli, ma di altra loggia) a quelli dei Bilderberg: grande cambiamento!
Il problema è che non si può essere servi di due padroni: o sei un servitore dello Stato, e quindi fai l'interesse dei cittadini che governi; oppure sei un servitore della Loggia cui appartieni, e quindi fai l'interesse degli appartenenti a tale Loggia, o quant'altro si prefigga come scopo la Loggia.


mercoledì 24 aprile 2013

Il dodicesimo presidente

Sono stanco di sentire dire scemenze. Sono stanco di gente che non sa fare il proprio lavoro. Che ad alcuni giornalisti piaccia o no, Napolitano è e resterà sempre l'undicesimo presidente della Repubblica Italiana, anche se venisse eletto altre 6 o 7 volte, come sembra essere intenzione dei nostri ignavi Parlamentari.

martedì 23 aprile 2013

informatica nella giustizia/2

Per chi sia estraneo all'ambiente e quindi non abbia piena consapevolezza dell'assoluta impossibilità di rendere utile l'utilizzo del processo telematico, richiamo una recentissima sentenza del Tar Campania n. 1756 del 3 aprile 2013: la carta che bisogna produrre per dimostrare la regolarità di una notifica via pec è circa 6 o 7 volte di più di quella utilizzata per una notifica tradizionale. Per non parlare del fatto che lo sventurato avvocato che si è avventurato in quel ricorso, intanto se lo è visto respingere (alla sentenza citata manca solo una frase conclusiva del tipo "e giustizia è fatta!").

lunedì 22 aprile 2013

Specializzazione

E' ormai qualche anno che periodicamente sento tessere le lodi della sempre più spinta specializzazione, nelle diverse ramificazioni professionali di ogni attività umana: da artigiani che si sponsorizzano con frasi del tipo "sappiamo fare solo quello", a organizzazioni forensi che cercano di ridare lustro ad una professione da tempo continuamente mortificata dai poteri forti e da tutti e tre i poteri in cui si articola lo Stato (legislativo, esecutivo e giudiziario).
Non c'è dubbio che un avvocato che faccia solo cause relative a contratti telefonici finirà in breve tempo per conoscere tutto della materia, lavorando quindi meglio e con minore impegno (migliori risultati e maggior guadagno).
Tuttavia recentemente mi è capitato di parlare con un amico chimico, dalla brillante carriera in una multinazionale del petrolio (ovviamente emigrato all'estero), il quale mi ha confidato una certa preoccupazione: essendo altamente specializzato, aveva un guadagno ben al di sopra della media, ma, in caso di riduzione del personale, ragionevolmente ipotizzabile, visto il periodo di recessione, il reperimento di un nuovo lavoro avrebbe certamente incontrato dei limiti: i possibili suoi datori di lavoro, nel mondo intero, saranno circa 3 o 4.
La mia mente è andata immediatamente all'avvocato, che ritenevo privilegiato, che lavorava per la compagnia dei telefoni: quante altre compagnie telefoniche ci sono in Italia? Se il suo grande cliente gli revoca la fiducia, cos'altro saprà fare questo avvocato? Quanto, dunque, sarà ricattabile dal suo grande cliente, e quanto invece sarà indipendente?
Non sarebbe stato maggiormente tutelato, e quindi indipendente, se avesse diversificato?
Non è forse vero che i negozi specializzati stanno via via scomparendo per lasciare il posto a grandi supermercati che vendono qualsiasi cosa (fin'anche farmaci e prestazioni odontoiatriche)?
A volte penso che le nostre organizzazioni professionali dovrebbero evitare di barattare la nostra indipendenza con la facile e remunerativa passerella dei corsi di aggiornamento/specializzazione: l'eccessiva specializzazione ci renderà tutti schiavi.

mercoledì 10 aprile 2013

Senza un governo

Dalle ultime elezioni del 25 febbraio, per un bel po' di tempo la stampa di regime ha cercato di convincerci che fare un nuovo governo fosse urgentissimo e determinante per le sorti del Paese. Qualunque governo fosse.
Oggi l'argomento è passato in secondo piano, perchè - pur non avendo ancora formato il nuovo governo - sembra molto più importante l'elezione del Presidente della Rpubblica.
Ma come?, mi domando, più passa il tempo, più l'esigenza di formare il nuovo governo dovrebbe essere stringente!
A meno che l'importanza della formazione del nuovo governo non sia per il Paese, ma per chi deve ottenere le poltrone. Allora sì, effettivamente in questo momento le poltrone più importanti, da attribuire, non sono quelle del governo, ma quella di Presidente della Repubblica.
La verità è che il governo, per lo Stato, assomiglia un po' al direttore d'orchestra per l'Orchestra, o, se vogliamo, all'allenatore per la Squadra di calcio.
Avete mai sentito suonare un'orchestra senza direttore? se i musicisti sono bravi, e se voi non siete dei grandi esperti, non vi accorgerete della differenza, mentre se si mette a fare il direttore un incompetente, verrà fuori un disastro.
Insomma, piuttosto di governi composti da incapaci, tangentari, corrotti, che pensano unicamente ai loro interessi, conviene non avere proprio nessun governo, ed in tal modo il Paese, come avvenuto in Belgio, se la caverà molto meglio.