venerdì 3 dicembre 2010

Un paese allo sbando

Qualche tempo fa mia moglie (eh già, ne è passato di tempo dalla prima esperienza di Sopravvivenza Culturale: mi sono nel frattempo anche sposato), brillantemente laureata in chimica, non riuscendo a trovare altri contratti di lavoro se non quelli di agenzia (con buona pace di chi continua a raccontare la favola che il nostro paese ha bisogno di chimici), ha deciso di intraprendere la carriera di insegnante nelle scuole superiori.
La sua esperienza della SIS mi ha aperto gli occhi su molte cose.
Si tratta di 2 anni di corsi che abilitano un laureato ad insegnare nelle superiori (o nelle medie) la materia in cui si è laureato: come avrete intuito non insegnano la materia (ovviamente già nota al laureato), e nemmeno ad insegnare.
Il loro reali scopi sono due.
Il primo è lo stesso dei corsi obbligatori che dobbiamo fare noi avvocati, i medici, i commercialisti, ecc. per l'aggiornamento professionale, e cioè attribuire prestigio, potere e denaro a chi ottiene il favore di tenere i corsi.
Il secondo è molto più grave: allontanare il momento di immissione nel mondo del lavoro.
In pratica lo sbando del nostro paese è tale per cui l'unico modo di fronteggiare la crescente disoccupazione è l'allungamento aritificioso dei c.d. "percorsi formativi".
Andrà sempre peggio.

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